04/23/2007
“LE AZIENDE DEL FITNESS CORRONO DA SOLE”
“Il fitness in Italia, secondo una stima di Assofitness, conta circa 350 imprese che si suddividono nella produzione di attrezzature, integratori, abbigliamento e arredi spogliatoi; a queste vanno poi aggiunte circa 6000 palestre (oltre ai club privati stimabili in circa 10000 unità). Gran parte delle unità produttive del settore rientra nelle PMI e si rivolge al mercato interno, la minoranza rimanente esporta in media circa il 40% della produzione. I mercati di riferimento sono quelli storici in cui si è diffuso il fitness: Italia, Francia Germania e Inghilterra. Seguono la Spagna in forte espansione, i paesi dell’est e la Russia. Al dì fuori dell’Europa le potenzialità dei produttori italiani si riducono drasticamente a causa di due fattori ben delineati: i prezzi assolutamente vantaggiosi delle aziende locali e le esportazioni USA favorite dal basso valore del dollaro rispetto al boom dell’euro.
Rispetto ai marchi più importanti che singolarmente sono riusciti a concretizzare azioni di lobbing, la maggioranza dei medio-piccoli ora trova in Assofitness la struttura di aggregazione per confrontarsi con le istituzioni preposte. Le strategie che intendiamo utilizzare per penetrare i mercati dove siamo già presenti e introdurci in quelli nuovi sono chiare. Innanzitutto è necessaria la tutela dei brevetti e della dignità professionale di chi lavora (la presenza di copie spudorate di nostri prodotti alle fiere internazionali è ormai la regola). Successivamente è indispensabile continuare a puntare sui valori che contraddistinguono un po’ tutti i settori dell’Italian Style: il design, il gusto del bello, la versatilità, la tradizione. Poidobbiamo scordarci di e competere sul prezzo: paesi come la Cina e l’India, non rispettando tutte le norme e i vincoli a cui sono sottoposte le nostre imprese, rappresentano un avversario impossibile da sconfiggere su questo campo.
Come Assofitness chiediamo alle istituzioni di aiutarci in queste attività: di adottare delle misure efficaci per impedire a chi ruba le nostre idee per lo meno di venire a vendere i prodotti clonati nel nostro mercato interno; di tutelare all’esterno, con tutti i mezzi a disposizione, i nostri brevetti e i nostri marchi su cui lavoriamo da una vita.
Il Ministero delle Attività Produttive e l’Ice devono incominciare a considerare che il settore del fitness esiste, cosa che finora non è stata fatta, e che c’è un interlocutore rappresentativo pronto a collaborare, Assofitness. Sarebbe interessante, come primo argomento di lavoro, supportare le aziende nelle fiere internazionali come il FIBO con la creazione di un Italian Village che coinvolga le tante eccellenze dei piccoli marchi del comparto.
Finora le istituzioni non hanno preso in considerazione il nostro settore, seppur generi numeri importanti in quanto a fatturato e dipendenti, mi auguro a breve di avere l’occasione di confrontarmi con i soggetti interessati per vincere insieme le sfide che il mercato ci pone.”