07/28/2021
Tokyo 2020, dai Giochi attesa una spinta agli scambi commerciali Italia-Giappone
La presidente di Assosport e la direttrice dell’Agenzia ICE di Tokyo a confronto per un’analisi del valore del mercato nipponico per l’industria sportiva italiana, prima e dopo la rassegna a cinque cerchi
Come ogni grande
appuntamento con lo sport, per le aziende dell’industria sportiva italiana i
Giochi olimpici di Tokyo 2020 rappresentano un momento importante per
almeno due motivi: per gli imprenditori sono un’ottima occasione per promuovere
i loro prodotti da una vetrina affacciata sul mondo e al contempo sono
un’opportunità per infittire le relazioni commerciali con il Giappone. Certo,
l’anomalia di quest’anno con la rassegna a cinque cerchi senza pubblico rema a
sfavore. L’evento non avrà l’impatto sperato, tanto meno per l’arrampicata
sportiva (disciplina al suo esordio), ma il comparto nutre comunque forti
aspettative nei confronti delle ricadute sull’export. Un mercato di sbocco,
quello nipponico, che negli ultimi anni ha dimostrato sempre più il suo
spiccato interesse per gli articoli Made in Italy. Il giro d’affari
delle esportazioni dal 2014 ha fatto segnare un trend in continua crescita,
al netto della flessione accusata nel 2020: a causa della pandemia, l’anno scorso
è infatti andata persa una fetta pari al 20%, ma nel 2019 il valore delle
vendite in Giappone si aggirava attorno ai 124 milioni di euro, un balzo del
+20,5% rispetto al 2018 (dati elaborati dall'Ufficio di Tokyo,
ICE-Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle
imprese italiane).
Ma
cosa cercano i consumatori giapponesi?
«Dalla
corsa al golf, dal trekking all’alpinismo, passando dalla bici: i giapponesi –
riferisce Anna Ferrino, presidente di Assosport* – hanno una
predilezione per gli sport all’aria aperta e tra gli articoli che vanno per la
maggiore non a caso ci sono le calzature e l’abbigliamento adatti a praticare questo
tipo di attività. Ma non solo. La commistione tra casual e sportivo sta
prendendo sempre più piede anche lì. Scarpe e capi sportivi vengono indossati nella
quotidianità: è il cosiddetto “2-mile wear”, un trend in espansione.
Nei
prodotti realizzati dalle nostre aziende riconoscono lo stile tipicamente
italiano, ne apprezzano l’alta qualità dei materiali e l’originalità delle
collezioni, con un occhio attento alla componente tecnologica e alla durabilità
dei prodotti stessi, tanto che esiste ormai una vera e propria usanza della
risuolatura delle calzature.
C’è
poi da dire che la produzione per il mercato nipponico viaggia su un binario ad
hoc. Dietro c’è uno studio attento a tarare gli articoli su cultura e
caratteristiche fisiche specifiche dei consumatori giapponesi. Penso ad esempio
alle maschere da sci da adattare alle dimensioni del naso, alle lenti degli
occhiali, alle suole delle scarpe da calcio e tennis, ma anche alla vestibilità
dei capi».
Covid:
quali gli effetti sulle loro abitudini?
«Se
il golf è una passione storica e la scelta della bici è dettata anche dagli
spostamenti in città, gli sport all’aria aperta – conferma Erica Di Giovancarlo,
direttrice dell’Ufficio di Tokyo dell’Agenzia ICE – nel recente passato
sono praticamente esplosi, complice la sempre maggiore attenzione dei giapponesi
verso uno stile di vita sano. La domanda cresce e di riflesso aumentano gli
spazi di vendita dedicati all’outdoor. Pur tenendo conto del contesto
favorevole, anche questo comparto ha però risentito dell’emergenza sanitaria,
come riportato da Yano Research Institute. Più in generale, Covid e chiusura
degli impianti sportivi hanno pesato sui volumi delle importazioni dal mondo di
prodotti per lo sport: la contrazione è stata del -18,3% rispetto al 2019.
Rimanendo agli scambi Roma-Tokyo, l’Italia è passata da un volume d’affari pari
a circa 124 milioni di euro del 2019 ai 99 milioni di euro del 2020, slittando
dal quinto al sesto posto nella classifica dei Paesi esportatori».
Assosport
e Agenzia ICE insieme per l’export
«Negli
anni – fa sapere Anna Ferrino – per Assosport il valore del mercato
giapponese per i brand italiani ha sempre rappresentato un punto fermo. Abbiamo
lavorato senza sosta in tandem con istituzioni e altre associazioni anche
europee per agevolare le condizioni dei rapporti commerciali tra Italia e
Giappone. Dopo lunghe battaglie, ad esempio, l’accordo di libero scambio Europa-Giappone
(entrato in vigore nel 2019) entro dieci anni porterà a una graduale riduzione fino
alla totale scomparsa dei dazi sul commercio estero degli scarponi da sci.
L’ormai
solida collaborazione con l’Agenzia ICE va proprio in questa direzione. I
rapporti tra i due Paesi torneranno ad essere forti. Affinché diventino sempre
più floridi, attiveremo ogni tipo di strategia per favorire l’ingresso e la
penetrazione delle nostre aziende nel mercato nipponico: proseguiremo con incoming
con operatori giapponesi e incontri B2B in Italia e sul tavolo per il prossimo
autunno c’è anche un’iniziativa che coinvolgerà anche il Ministero degli Esteri».
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*
Associazione Nazionale fra i Produttori di Articoli Sportivi, Assosport conta
120 aziende in tutta Italia per oltre 300 brand, 9.300 addetti, un fatturato
aggregato che sfiora i 5miliardi di euro, pari quasi al 40 per cento del totale
messo a segno nel 2019 da tutta l’industria italiana dello sport.