IL FUTURO DEI TEAM SPORTS SECONDO MACRON
Intervista a Giovanni Maruzzi, Chief Sales Officer Macron Spa
Domanda: Guardando i dati CONI sui tesserati in Italia, il calcio rimane lo sport numero uno con oltre un milione di tesserati tornando ai livelli pre pandemia. Il volley ha avuto una crescita significativa, superando i 400.000 tesserati (erano 322.000 nel 2018 e 285.000 nel 2021), mentre basket e rugby sono in crescita ma ancora sotto i numeri pre-COVID, con rispettivamente 311.000 e 69.000 tesserati. Cosa incide secondo te in questa doppia velocità dei team sport? Quanto pesano i risultati delle squadre nazionali e dei singoli campioni?
Nel rugby stiamo osservando un fenomeno interessante legato al giocatore Capuozzo, che ha dato nuova energia alla nazionale. Capuozzo infatti, 177cm per 71kg, ha dimostrato non solo che l’Italia può competere nel Sei Nazioni ma anche che il rugbista può essere leggero e agile e non per forza “grande e pesante”.
Nonostante questo fenomeno, nel rugby in Italia siamo ancora in una fase di contrazione. La diminuzione dei numeri è più evidente nelle società sportive, con un calo del 10-15%, piuttosto che nei tesserati, dove il calo è meno marcato.
Il volley invece, pesantemente penalizzato durante la pandemia, sta tornando in auge. A differenza del rugby, è uno sport più facilmente accessibile da un punto di vista economico per i tesserati, la cui crescita è legata a doppio filo al sistema scolastico. Nonostante gli ottimi risultati delle nazionali maschili e femminili, la crescita non credo si possa imputare a questi risultati perché si tratta di uno sport con una penetrazione verticale: chi segue il volley è un vero appassionato, quindi i risultati delle squadre incidono poco sull'attrazione di nuovi sportivi.
Il basket presenta una dinamica simile a quella del volley e ha dimostrato una maggiore stabilità nel tempo. La differenza tra i due sport dipende dal fatto che il basket è legato all'utilizzo dei palazzetti, mentre il volley è maggiormente inserito nella cultura scolastica.
In Italia, è importante ricordare che il calcio domina, e, purtroppo, l'avviamento sportivo generale non riceve l'attenzione che meriterebbe.
Domanda: Nel resto d’Europa le dinamiche sono simili? E Macron come si sta muovendo?
In Europa ci sono dinamiche molto differenti a seconda del paese: ad esempio nel nostro paese la partecipazione femminile agli sport è tra le più basse d'Europa, sia in termini di partecipazione che di spesa. Nel Regno Unito invece la situazione è diversa: il volley anche lì è uno sport prevalentemente femminile e la percentuale di tesserati rispetto al calcio è molto più bassa di quella italiana. La spesa però è molto più alta rispetto all’Italia e in questo modo sono possibili maggiori investimenti nelle infrastrutture.
La Polonia è un mercato in crescita per il volley, mentre in Germania sia il volley che il basket sono in espansione e coesistono con il calcio senza esserne eclissati. In Francia, il sistema scolastico avanzato favorisce la crescita di tutti gli sport giovanili, inclusi pallamano e fino ad arrivare a sport di nicchia quali l’arrampicata sportiva.
In generale, in Europa, il calcio è diffuso ovunque in modo capillare. Tuttavia, basket, volley e rugby presentano situazioni diversificate: la Polonia è avanzata nel volley, la Spagna nel basket, e la Germania eccelle in volley, basket e pallamano. In Francia, tutti gli sport di squadra, inclusi calcio e rugby, sono in crescita, mentre nei Paesi Bassi c'è una particolare attenzione al calcio. Il rugby è diffuso nei paesi del Sei Nazioni e in Italia soprattutto nelle regioni settentrionali. Il volley si è sviluppato nei paesi dove il sistema scolastico ha supportato la sua crescita.
Guardando a Macron, il nostro fatturato è più che raddoppiato rispetto al 2019, nonostante una crescita debole del mercato. La pandemia ha fatto una sorta di "pulizia", eliminando molte società sportive deboli e numerosi competitor. Le società che sono cresciute sono quelle più lungimiranti, predisposte a investire. In questo contesto, Macron ha guadagnato quote di mercato.
Domanda: Cosa ti aspetti per il futuro?
Nei prossimi tre anni, mi aspetto una crescita dei team sport di almeno 4 o 5 punti percentuali, mentre per Macron prevedo una crescita a doppia cifra. In Italia, però, non mi aspetto grandi cambiamenti poiché storicamente il paese regisce e si evolve lentamente ed ogni sport si muove in maniera autonoma su vari livelli. Negli USA, ad esempio, se il vertice decide, tutta la filiera si muove di conseguenza. In Italia, invece, manca un controllo centrale per ogni singolo sport. Tuttavia, il mercato rimane solido.
Mi aspetto poi un'accelerazione nell'Est Europa, mentre la situazione russa mi preoccupa, poiché attualmente è impossibile per i brand europei fare affari, lasciando spazio ai marchi cinesi e locali, che diventeranno nuovi competitor europei una volta riaperto il mercato russo.
Inoltre, prevedo un'accelerazione in Sud America con l'apertura del Mercosur, poiché c'è un bacino di mezzo miliardo di abitanti.
Domanda: Le Olimpiadi di Parigi potranno avere un impatto sul numero di sportivi e sulla crescita generale dei team sport?
I Giochi Olimpici sono un momento cruciale per la visibilità dello sport e la promozione del movimento sportivo in generale. Tuttavia, non cambiano gli equilibri per i team sport. Ci sarà sicuramente molta attenzione, ma per muovere davvero i numeri serve un fenomeno positivo stabile, come Sinner per il tennis.
Domanda: Se ti dovessi chiedere due best practice, una per il fan base engagement e una per l'incremento della pratica sportiva, a cosa penseresti?
Per il fan base engagement, penserei immediatamente agli USA, dove le società sportive sanno davvero coinvolgere i tifosi. Gli eventi sportivi generano entrate e creano investimenti a cascata. In Europa, suggerirei di guardare al Galles, dove i cinque milioni di abitanti dimostrano una passione incrollabile per il rugby. Hanno creato una fan base forte e leale.
Parlando invece di incremento della pratica sportiva, apprezzo il percorso della Spagna, dove le "canteras" (academy) sono utilissime per far crescere i talenti nelle comunità locali. In questo modo, facendo crescere lo sport a livello locale, si creano automaticamente anche talenti nazionali.