09/14/2022
CARO-ENERGIA: L’ALLARME DELLA SPORT INDUSTRY
Bollette lievitate del 500%. Piscine e palestre rischiano una nuova annata nera., Ferrino (Assosport): «lo sport deve tornare al centro dell’agenda politica».
Bollette
quintuplicate e filiere al collasso che pesano come macigni sull’andamento
dell’export. L’Italia del nuoto trionfa agli Europei di Roma con il bilancio
record di 67 medaglie conquistate. Ma se da una parte non accenna a spegnersi
l’entusiasmo per i recenti successi degli “azzurri dell’acqua”, dall’altra lo sportsystem
è chiamato a fronteggiare nuove sfidanti incognite e proprio piscine e
palestre, rischiano di dover pagare il tributo più alto alla tempesta perfetta
che si sta abbattendo sul nostro sistema economico.
A rilanciare
l’allarme oggi è l’Associazione Nazionale fra i Produttori di Articoli
Sportivi (oltre 120 aziende in Italia, 300 brand, 9.300 addetti e un
fatturato aggregato pari a 12,2 miliardi di euro) facendosi portavoce, per
mezzo delle sue associate, delle tante aziende del settore che nei prossimi mesi
rischiano di ritrovarsi in ginocchio per colpa del caro-energia e delle
problematiche a esso connesse.
Tanti
i nodi sul piatto della bilancia, pronti a scatenare un pericoloso effetto
domino. L’export, da sempre fiore all’occhiello dell’industria sportiva
italiana, ha chiuso in ripresa il 2021 con un significativo +18,5%, ma
ora è minacciato dalle criticità in essere e dalle ulteriori nuvole che
si addensano all’orizzonte. Stando al rapporto relativo all’Italia
nell’economia internazionale che ICE ha appena reso noto, l’export
genera il 32% del Pil nazionale, laddove il nostro paese è il secondo in Ue per
produzione manufatturiera e l’ottavo esportatore nel mondo. Entrando nel
dettaglio delle categorie merceologiche, il ramo tessile e più in generale abbigliamento,
pelletteria e accessori, si posizionano al terzo posto tra i principali settori
dell’export sia nel 2021 che nel primo semestre del 2022 dietro macchinari
e prodotti metallici. Facile immaginare come la difficile situazione legata ai
rincari possa ripercuotersi sulla Sport Industry e, in particolare, sui
produttori di articoli sportivi con l’indice generale dei prezzi al consumo
che proprio per abbigliamento e calzature è già balzato dallo 0,03 dello scorso
anno allo 0,06% attuale.
A
impensierire lo Sportsystem è soprattutto la difficoltà di
reperimento delle materie prime, unitamente agli eccessivi costi dei noli e a
quelli di gestione, con lo spettro del fermo produttivo sempre in
agguato.
Per
alcuni comparti l’effetto sarà contenuto, ma per altri, tradizionalmente più
energivori, l’impatto potrebbe rivelarsi molto più serio e questo proprio quando,
accantonato l’incubo dell’emergenza sanitaria, si sperava di poter ripartire a
ritmo serrato. Le sospirate riaperture, al contrario, avranno con ogni
probabilità un sapore decisamente diverso e più amaro rispetto agli iniziali
auspici. Secondo i calcoli di Anif sono almeno 500 le strutture che si vedranno
costrette a interrompere l’attività, laddove il covid nel biennio nero
2020-2022 ne aveva già falciate più di 200. Le stime, del resto, parlano chiaro
e, a fronte dei già citati rincari in bolletta che ormai viaggiano sull’onda
del 500%, la paura delle imprese è quella che tali aumenti non vengano
compensati da altrettanti introiti, giacché gli italiani saranno indotti a rivedere
le proprie spese, con conseguenze facilmente intuibili anche e soprattutto per
il mondo della sport industry.
«Quello
dei rincari legati alla crisi energetica è ovviamente un problema generalizzato
che interessa tutte le filiere produttive e, più in generale, riguarda l’intera
collettività – commenta la Presidente di Assosport, Anna Ferrino – Diminuisce
il potere di acquisto delle famiglie che si vedono costrette a tagliare quelle
voci di spesa ritenute non necessarie. Tra queste, purtroppo, anche l’attività
sportiva. Così, se da un lato gli impianti pagheranno caro il prezzo del
razionamento del gas, dall’altro il timore è di assistere a una nuova flessione
nelle presenze. In questo senso l’intervento del Governo sarà fondamentale per
supportare un settore che non va considerato solo in occasione dei grandi
eventi, ma che deve diventare parte imprescindibile del quotidiano e
dell’agenda politica».
Se
fino a poco tempo fa il rinnovato interesse per il benessere psicofisico
lasciava intravedere incoraggianti spiragli di ripresa, adesso l’ombra del
caro-bolletta delinea scenari assai più incerti. «Allo stato attuale è
difficile fare previsioni positive - conclude la Presidente Ferrino - In
questo senso ci uniamo agli appelli di Anif e della Federazione
Italiana Nuoto e sposiamo le istanze lanciate da Confindustria per il
contenimento dei prezzi del gas e la riforma del mercato elettrico. Chiediamo,
insomma, che non vengano dimenticate le esigenze del mondo sportivo che rimane
un asset fondamentale della nostra economia e della società».